30/08/2022
Lina l'esploratrice scatena una shitstorm sessuofobica su
Facebook
Venerdì 26 agosto è uscito nelle librerie Lina l’esploratrice (Lina die Entdeckerin), pubblicato da Settenove edizioni. La notizia è stata condivisa su Facebook e che nell’arco di poche ore ha attirato commenti entusiasti ma anche insulti, troll e accuse.

Lina l’esploratrice è un albo che racconta il viaggio di una bambina all’interno del proprio corpo, alla volta della vagina. La vulva prima e la vagina poi vengono portate sotto i riflettori, lontane da incertezze e tabù per scoprire il loro funzionamento e fornire informazioni importanti sul corpo in costante evoluzione. Eppure, certi commenti sotto al post che ne promuove l’uscita parlano di sessualizzazione dell’infanzia, con un linguaggio pieno di odio, violento, offensivo. Dopo qualche ora, sono stati rimossi nel rispetto della netiquette.

Il punto è che Lina non parla di sesso, ma di corpo: la protagonista invita a non sessualizzare i corpi, ma a guardarli e conoscerli con curiosità. L’atto del nominare è determinante per una maggiore consapevolezza e per una rafforzata autodeterminazione.
Se da un lato l’Italia rivela una resistenza evidente nel parlare di corpi e educazione alla sessualità, anche e soprattutto nei contesti scolastici, dall’altro sono preoccupanti i dati di accesso a Pornhub pubblicati sullo stesso sito: «il 90% dei ragazzi tra 8 e 16 anni consuma giornalmente pornografia in rete e, quasi sempre, la prima volta è accaduto casualmente (l’età media si è abbassata a 9 anni).» (Alessandro D’Avenia in Corriere della Sera, 10 maggio 2021). La pornografia si sostituisce così all’educazione affettiva e sessuale, proponendo un solo modo di fare sesso: dominante, violento e oggettivizzante. Mancano l’informazione e un dialogo attorno al consenso e alla cura.

Lina l’esploratrice, nasce per la prima volta nel 2021 per iniziativa della casa editrice militante austriaca Achse che grazie al volume ha ricevuto una visibilità inaspettata e attenzione dalla critica nazionale e internazionale. Su Micromega, in un articolo del marzo 2021 Ingrid Colanicchia affermava «In Austria è da poco uscito un libro illustrato per bambini incentrato sul viaggio alla scoperta del proprio corpo della piccola protagonista. […]. Vedrà la luce anche in Italia? O la sessuofobia che caratterizza la nostra società remerà contro?». La fondatrice di Settenove, Monica Martinelli, a suo tempo intervistata, rispose: «al di là dell’interesse che sicuramente potrebbe suscitare in una parte di pubblico, [l’albo] incontrerebbe grandi difficoltà di distribuzione e vendita, in special modo per la fascia di lettori a cui è indirizzato (+3), perché in Italia trattare il tema del corpo e della sessualità in modo esplicito nei libri per l’infanzia è piuttosto difficile». Qualche mese dopo, il volume fu comunque accolto nel catalogo Settenove, da sempre attenta a offrire strumenti utili all’autodeterminazione femminile e di genere, ancorché di difficile divulgazione.
Ancora nel 2022 non è possibile parlare di corpi femminili?

La previsione rispetto alla resistenza sessuofobica che l’uscita dell’albo ha incontrato si è rivelata corretta ma lo stesso dibattito ha reso evidenti il desiderio e la necessità di strumenti come questo espressi da una vasta parte di lettori e lettrici. Questo è stato possibile anche grazie alle sostenitrici di lunga data del progetto editoriale, come l’associazione SCOSSE e l’organizzazione no-profit Educare alle Differenze che hanno manifestato la propria solidarietà. Importanti sono stati anche i commenti di chi segue da tempo l’attività di Settenove: librerie, associazioni, insegnanti, educatrici ed educatori, lettori e lettrici.

La casa editrice Settenove

Settenove nasce nel 2013 per contribuire alla prevenzione della discriminazione e della violenza di genere da punti di vista differenti e attraverso tutti i generi letterari, con un’attenzione particolare alla narrativa per l'infanzia e l’adolescenza, italiana e internazionale.
Il nome Settenove è un riferimento diretto all’anno 1979. Un anno importante, durante il quale le Nazioni Unite hanno adottato la CEDAW, la Convenzione Onu per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione e violenza contro le donne, che per la prima volta individua nello stereotipo di genere il seme della violenza. La parola chiave del catalogo di Settenove è propositività: far luce sulle discriminazioni, promuovere l’educazione paritaria e incoraggiare la visibilità di modelli positivi di collaborazione e rispetto tra i generi.
Redazione web