04/03/2022
L'articolo di Sara Marini e Elisabetta Serafini sul progetto «Scuola libera tutt*» a cui ha partecipato anche Settenove
Sara Marini e Elisabetta Serafini hanno pubblicato un articolo sulla rivista novecento.org, una rivista online di didattica della storia progettata e gestita dall’Istituto nazionale Ferruccio Parri – Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e dai 68 istituti ad esso associati. L’articolo riporta le considerazioni sul seminario Scuola libera tutt*. Libri, esperienze e Storie per crescere liber*, tenutosi tra il 27 e il 28 aprile 2021, organizzato dalla Società Italiana delle Storiche e da SCoSSE.

Il seminario è stato pensato come luogo di riflessione a più voci sull’adozione della prospettiva di genere nella relazione educativa, con specifico riferimento all’insegnamento della storia. Da qui, un invito da parte delle organizzatrici a continuare a ragionare e confrontarsi sul come rendere la scuola uno spazio aperto, pubblico, libero e democratico, in cui poter crescere senza stereotipi, pregiudizi e paure. Diverse sono state le presenze al seminario, tra cui quella di Monica Martinelli che con il suo progetto editoriale, e in particolare la collana d albri illustrati Storie nella storia realizzata in collaborazione con SIS, contribuisce alla costruzione di una narrazione e didattica alternativa a quella tradizionale, grazie anche a collaborazioni con docenti, ricercatrici e ricercatori, educatrici ed educatori.

Per creare uno spazio realmente libero e aperto a un futuro in cui le differenze convivono e si comprendono senza vari -ismi, occorre tenere in considerazione anche gli strumenti utilizzati nelle aule scolastiche, tra cui i libri. Da qui la centralità di libri di testo alternativi per educare al genere, tra cui gli albi illustrati come scelta educativa e pedagogica nella didattica per la decostruzione di stereotipi di genere e della ciseteronormatività.

Un’educazione che si fa politica, che non può essere imparziale e neutra dentro un sistema oppressivo e discriminatorio, ma ci richiama sempre come esseri umani responsabili della realtà che ci circonda, della sua evoluzione e delle sue ingiustizie.


Per visualizzare l’intero articolo: www.novecento.org.
Redazione web