05/03/2015
Centro antiviolenza Soccorso Rosa a rischio tagli
Riportiamo di seguito il comunicato emesso dalle operatrici e operatori del centro Soccorso Rosa ai quali diamo la nostra piena solidarietà.

Con una delibera del 29.1.2015 la Direzione dell’ospedale San Carlo Borromeo accorpa il soccorso Rosa, centro antiviolenza che assiste le vittime per tutto il percorso di uscita dagli abusi, ad un centro che eroga prestazioni ostetriche e ginecologiche a donne immigrate.

La Direzione, facendo riferimento a dati del 2012, giustifica l’accorpamento in nome di una presunta razionalizzazione dell’attività a favore delle donne immigrate che rappresenterebbero il 39% dell’utenza di Soccorso Rosa.

Sono stati inoltre definiti nuovi protocolli di intervento per l’assistenza delle donne vittime di violenza.

Denunciamo l’incongruità delle procedure proposte e l’inesattezza dei dati indicati.

Tale impostazione è inoltre in palese contrasto con la legge regionale, la legge 119 sul femminicidio e le linee guide emanate dal tavolo regionale, circa la necessità di aumentare i centri antiviolenza intesi come strutture ad elevato livello di specializzazione in grado di prendere in carico le vittime a 360 gradi.

In primo luogo, nel 2014 su quasi 600 accessi di donne e bambini vittime di violenza registrato al San Carlo, il 98 % è costituito da italiane.

In secondo luogo, circoscrivere l’assistenza alle vittime a visite di pronto soccorso e ad un primo ascolto psicologico per poi rimandarle ai servizi sul territorio, implica il ritorno a un vecchio modello di intervento la cui conseguenza inevitabile sarebbe l’abbandono delle vittime nel momento del maggior bisogno, con un aumento certo di esiti infausti (femminicidi).

Le donne vittime di abusi devono infatti essere accolte e aiutate in modo adeguato nel preciso istante in cui esse chiedono aiuto, spesso in emergenza; qualsiasi difficoltà o ritardo nel ricevere assistenza adeguata e la mancanza di un punto di riferimento unico in grado di fornire un assistenza a 360 gradi, inevitabilmente provocherà una rinuncia da parte di molte donne a intraprendere il difficile cammino dell’uscita dalla violenza.

In questo modo non solo il problema dei femminicidi non verrà risolto ma aumenterà senza che le strutture pubbliche, spesso primo approdo per le donne, siano in grado di intercettarlo.

L’attività di Soccorso Rosa infatti comprende assistenza psicologica, tutela della sicurezza, assistenza legale, presa in carico dei minori vittime di violenza assistita e l’attivazione di percorsi di autonomizzazione economica e abitativa, nonché il supporto alimentare per categorie con problemi di malnutrizione e fame nascosta. Il centro inoltre si è fatto carico di donne con diversi tipi di disabilità.

Chiediamo che il centro antiviolenza Soccorso Rosa, che negli anni si è distinto nelle attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, ricevendo numerosi riconoscimento sia istituzionali che da parte dell’utenza, mantenga inalterata la propria specificità.

Chiediamo inoltre che Soccorso Rosa sia concretamente sostenuto dalla Direzione dell’ospedale San Carlo Borromeo e dalle istituzioni competenti, al fine di consolidare e implementare la rete interistituzionale firmataria dei protocolli antiviolenza del Comune di Milano.

Per supportare tali richieste il giorno 8 marzo, anniversario della nascita di Soccorso Rosa, viene promossa la raccolta firme per la salvaguardia e tutela del centro antiviolenza che saranno consegnate ai competenti referenti regionali.
Redazione web